mercoledì 9 marzo 2016

Dalla Romagna con furore, parte seconda: Passatelli in brodo

Io amo il brodo. Ma proprio tanto. Roba che quando mangio la pasta in brodo (che siano cappelletti, quadrucci o altro) c'è sempre più brodo che pasta. E sono anche famosa per essere quella che si beve il brodo bollente pure d'estate.
Detto questo, credo anche che una bella pasta in brodo curi parecchi mali, dal mal di pancia al freddo nelle ossa.
Solo che non sempre si hanno in casa i cappelletti per esempio e non sono proprio così istantanei da fare...ecco che quindi vengono in soccorso i santi passatelli.
Dosi non ne so, vado ad occhio. E innegabilmente ci vuole la mano...la mano di una romagnola per farli a dovere e con tutti i crismi.

Allora, io uso un uovo medio-piccolo a persona. Lo rompo in una ciotola abbastanza ampia e poi aggiungo sale, pepe, una spolverata di noce moscata (non esagerate!), scorza di limone grattugiata (bisogna fare attenzione a non grattuggiare la parte bianca, bensì solo la gialla della buccia del limone...altrimenti diventa tutto amaro) e pangrattato e parmigiano grattugiato circa in parti uguali. Amalgamo bene tutti gli ingredienti al fine di ottenere un impasto compatto (non secco! Attenzione...) e formo una o più palle della grandezza del palmo della mia mano.
Nel frattempo che in una bella pentola grande bolle il brodo, con l'aiuto di uno schiaccia patate a fori larghi, schiaccio appunto le palle di impasto e ottengo i passatelli. Si possono schiacciare direttamente nella pentola o adagiarli prima in un piatto o vassoio e poi buttarli nel brodo bollente. Un paio di minuti, giusto il tempo che i passatelli salgano a galla e son pronti. 

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